Fratture del polso e della mano

Cos’è?

Le fratture del polso e della mano comprendono le fratture del radio e ulna, le fratture del carpo, le cui più frequenti sono quelle dello scafoide, dei metacarpi e delle falangi. Possono essere composte o scomposte, chiuse o esposte.
La diagnosi e la corretta terapia dovrebbero essere tempestive ed adeguate , in quanto i postumi sono spesso causa di limitazioni invalidanti.

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CAUSE

Sono sempre traumi diretti, da schiacciamento.

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COMPLICANZE

Talvolta, anche se il trattamento è stato corretto, possono subentrare delle complicanze che rendono necessario un nuovo trattamento. Infatti, a seguito di una mal consolidazione, scomposizione secondaria, ritardi o non consolidazioni, difetti assiali e rotatori sarà necessario re intervenire per ristabilire, per quanto possibile un recupero funzionale.

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SINTOMI

Dolore, tumefazione, comparsa di ematoma, limitazione articolare con perdita della funzione.

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FREQUENZA

Sono molto frequenti, interessando entrambi i sessi e tutte le età.
Le fratture di polso sono le più frequenti dell’arto superiore, essendo stimate superare 1/6 di tutte le fratture viste e trattate in Pronto Soccorso, e si verificano con maggiore frequenza nei soggetti anziani.

Diagnosi:

Si effettua con l’esame obiettivo, coadiuvato da esami diagnostico-strumentali quali un esame radiografico ed eventualmente una TAC con ricostruzione tridimensionale.

Terapia:

Nelle lesioni acute è importante la corretta diagnosi e indicazione (chirurgica o conservativa a seconda dei casi).
Il trattamento conservativo consiste nella immobilizzazione per un periodo adeguato in apparecchio gessato o tutori.
La terapia chirurgica si avvale di diversi mezzi di sintesi per stabilizzare la frattura dopo la riduzione quali placche, fissatori esterni, viti, fili di Kirschner e vari altri sistemi. Può essere effettuata a cielo chiuso, senza fare un accesso aperto della cute ma stabilizzare l’osso dall’esterno, o, a seconda dei casi è necessaria l’esposizione chirurgica.
E’ indispensabile ed essenziale un successivo trattamento fisioterapico e riabilitativo, volto a recuperare correttamente ed in tempi utili la funzione articolare.

Diagnosi:

Si effettua con l’esame obiettivo, coadiuvato da esami diagnostico-strumentali quali un esame radiografico ed eventualmente una TAC con ricostruzione tridimensionale.

Terapia:

Nelle lesioni acute è importante la corretta diagnosi e indicazione (chirurgica o conservativa a seconda dei casi).
Il trattamento conservativo consiste nella immobilizzazione per un periodo adeguato in apparecchio gessato o tutori.
La terapia chirurgica si avvale di diversi mezzi di sintesi per stabilizzare la frattura dopo la riduzione quali placche, fissatori esterni, viti, fili di Kirschner e vari altri sistemi. Può essere effettuata a cielo chiuso, senza fare un accesso aperto della cute ma stabilizzare l’osso dall’esterno, o, a seconda dei casi è necessaria l’esposizione chirurgica.
E’ indispensabile ed essenziale un successivo trattamento fisioterapico e riabilitativo, volto a recuperare correttamente ed in tempi utili la funzione articolare.

Diagnosi sindrome tunnel carpale
Test di Tinel
Test di Phalen
Test di Phalen inverso
Anomalie di emergenza del ramo motore del nervo mediano
Esempio intraoperatorio di anomalia di emergenza
Anomalia di emergenza
Tutore per la sindrome del tunnel carpale