Le Lesioni e le rotture tendinee

Cos’è?
Lesioni e rotture tendinee: i tendini della mano e del polso sono strutture anatomiche che si inseriscono alle ossa, il cui compito è quello di estendere e flettere le dita ed il polso. Sono suddivisi in estensori sul lato dorsale e flessori sul lato palmare.
CAUSE
Possono essere causate da lesioni aperte (ferite) o più raramente a seguito di traumi chiusi da strappamento. Spesso le lesioni chiuse si verificano su tendini degenerati, usurati, in associazione a patologie croniche sistemiche come l’artrosi e l’artrite reumatoide.
Le lesioni tendinee aperte avvengono a seguito di ferite da taglio, lacero-contuse, traumi da schiacciamento, fratture ossee esposte.
COMPLICANZE
Le complicanze sono abbastanza frequenti, raggiungendo circa il 20%.
Possono essere infezioni, rotture secondarie della sutura, sindromi aderenziali con esiti cicatriziali in retrazione e rigidità e perdita della funzione conseguente.
Il trattamento di queste complicanze può essere fisioterapico, con l’ausilio di tutori o chirurgico, consistente nella co siddetta tenolisi, che libera le aderenze tendinee.
SINTOMI
Presenza di ferita nel caso di lesioni aperte con dolore, atteggiamento del dito in flessione ed impossibilità alla flessione attiva.Possono concomitare disturbi della sensibilità in caso di lesione dei nervi sensitivi adiacenti.
FREQUENZA
Le lesioni chiuse più frequenti dei tendini estensori sono il cosiddetto dito a martello o mallet-finger, la rottura dell’estensore lungo del pollice, rotture multiple nelle dita lunghe, rugby finger ovvero lesione del tendine flessore profondo all’inserzione ossea con distacco parziale dell’osso.
Il dito a martello può essere causato anche da un minimo trauma che provoca la rottura della porzione terminale del tendine estensore del dito esitando in un atteggiamento in flessione dell’ultima falange con impossibilita all’estensione attiva della stessa.
Un’altra lesione è la rottura del tendine estensore lungo del pollice, dei tendini flessori a vari livelli.
Le lesioni aperte sono più comunemente dovute a ferite da taglio o lacerocontuse. Fratture esposte.
Le lesioni aperte vanno sempre trattate chirurgicamente, mediante tenorrafia, cioè sutura del tendine seguita da un accurato trattamento post-operatorio e fisioterapico.
Diagnosi:
Nel caso di lesioni aperte la diagnosi è essenzialmente clinica, mentre nelle lesioni chiuse possono essere necessari esami diagnostico-strumentali specifici, quali l’ecografia e la RMN.
Terapia:
In caso di lesioni aperte è sempre indicato il trattamento chirurgico, da effettuarsi il prima possibile, consistente nel reperimento dei 2 capi tendinei e della loro sutura, che avviene con tecniche specifiche e particolari a seconda della sede di lesione. Dopo il trattamento chirurgico è necessario un trattamento fisioterapico riabilitativo precoce, spesso associato all’uso di tutori o splint, al fine di evitare complicazioni, di cui le più frequenti sono le sindromi aderenziali, che limitano o impediscono lo scorrimento del tendine e quindi la mobilità con possibilità di esiti in gravi rigidità e retrazioni.
Nelle lesioni chiuse non sempre è indicato il trattamento chirurgico.
Infatti nel mallet-finger o dito a martello la terapia consigliata è il trattamento conservativo, consistente nell’uso di un tutore in iperestensione da mentenere senza rimuoverlo per 35 giorni e successivo mantenimento part-time altre 3 settimane.
Le rotture sottocutanee, cioè senza ferite, devono essere trattate chirurgicamente.
Diagnosi:
Nel caso di lesioni aperte la diagnosi è essenzialmente clinica, mentre nelle lesioni chiuse possono essere necessari esami diagnostico-strumentali specifici, quali l’ecografia e la RMN.
Terapia:
In caso di lesioni aperte è sempre indicato il trattamento chirurgico, da effettuarsi il prima possibile, consistente nel reperimento dei 2 capi tendinei e della loro sutura, che avviene con tecniche specifiche e particolari a seconda della sede di lesione. Dopo il trattamento chirurgico è necessario un trattamento fisioterapico riabilitativo precoce, spesso associato all’uso di tutori o splint, al fine di evitare complicazioni, di cui le più frequenti sono le sindromi aderenziali, che limitano o impediscono lo scorrimento del tendine e quindi la mobilità con possibilità di esiti in gravi rigidità e retrazioni.
Nelle lesioni chiuse non sempre è indicato il trattamento chirurgico.
Infatti nel mallet-finger o dito a martello la terapia consigliata è il trattamento conservativo, consistente nell’uso di un tutore in iperestensione da mentenere senza rimuoverlo per 35 giorni e successivo mantenimento part-time altre 3 settimane.
Le rotture sottocutanee, cioè senza ferite, devono essere trattate chirurgicamente.

Diagnosi sindrome tunnel carpale

Test di Tinel

Test di Phalen

Test di Phalen inverso

Anomalie di emergenza del ramo motore del nervo mediano

Esempio intraoperatorio di anomalia di emergenza

Anomalia di emergenza
